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Contadina o personificazione dell’abbondanza (attr.)

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Sku: 2OAS-1

 

Autore: Domenico Purificato, per Precious Art

Ambito culturale o attribuzione: scuola romana neorealista del XX sec.

Notizie storiche: opere di autori famosi su lastra metallica, tiratura limitata168/500

Titolo Contadina o personificazione dell’abbondanza (attr.)

Cronologia: anni ‘70

Materia e tecnica: Litografia su lastra d’argento 800/°°°

Misure   28x23x0.15   con cornice : 55×60                                    

Domenico Purificato

(Fondi14 marzo 1915 – Roma6 novembre 1984)

Conseguita la maturità classica si dedica alla pittura pur continuando gli studi di Giurisprudenza[1]. Nel 1934 si trasferisce a Roma dove conosce il compaesano Libero de Libero che lo introduce nell’ambiente artistico della Scuola Romana.

Espone per la prima volta nel 1936 presso la galleria la “Cometa” di Roma. Artista poliedrico, dal 1940 al 1943 è redattore della rivista Cinema[1], per la quale, tra l’altro, nel 1940 scrive una serie di 12 articoli sul rapporto tra cinema e pittura. Ne diventa anche direttore responsabile in sostituzione di Vittorio Mussolini a partire dal 25 luglio[2] e sino alla chiusura del periodico alla fine del 1943 a causa degli eventi bellici.

Nel 1953 partecipa alla prima Mostra sindacale del Sindacato provinciale romano aderente alla Federazione Nazionale Artisti di Roma, assieme ad artisti come Eliano FantuzziRenato GuttusoCarlo LeviVito ApuleioGiuseppe CanizzaroNino ChillemiGino FranchinaNino GasparriMaria GiarrizzoAdelina GiulianiLorenzo GuerriniLeo GuidaPietro CascellaSestilio PicariVincenzo PirasLinda PucciniFiliberto SbardellaAttilio RagniAntonietta RaphaelAnna SalvatoreAntonio SanfilippoCarmelo SavelliMario SamonàCarlo SoricelliGino ZocchiJoseph StrachotaMario Mafai. Nello stesso anno è anche tra i protagonisti della mostra di arti figurative “L’Arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia” tenutasi al Palazzo delle Esposizioni di Roma con l’opera “Ricordo di Ciociaria”.

Nel dopoguerra è protagonista a Roma del neorealismo, immortalando nelle sue tele gente del popolo, figure e scene campestri della vita quotidiana. Aderisce al P.C.I., da cui si dimetterà nel 1956 assieme ad alcune altre personalità della cultura, a causa del dissenso per i fatti d’Ungheria[3]

Con il regista neorealista e amico Giuseppe De Santis collabora nel 1956 curando lo studio del colore, la scenografia e i costumi per il film Giorni d’amore.
Prende parte a sei edizioni della Quadriennale di Roma (dal 1943 al 1965) e a quattro edizioni della Biennale di Venezia (dal 1948 al 1954).

Mantiene contatti costanti con il territorio ciociaro e nel 1962 è componente della commissione esaminatrice, insieme al critico d’arte e docente universitario Valerio Mariani, lo scultore Enrico Martini, i giornalisti Claudia Refice, Costanzo Costantini e Guglielmo Quadrotta ed il presidente dell’EPT di Frosinone Giovanni Gigliozzi, alla mostra “Ciociaria vi presenta” tenutasi Roma presso Palazzo delle Esposizioni, per l’assegnazione dei premi acquisto[4]. Come pure, nell’aprile del 1963, al concorso “Pittura in Ciociaria” tenutosi presso l’Abbazia di Casamari, è componente della giuria presieduta da Giorgio De Chirico, insieme a Felice LudovisiFranco MieleClaudia ReficeCarlo SaviniGiuseppe SelvaggiGisberto Ceracchini ed il pittore Michele Rosa[5].

Nel 1972 viene nominato direttore dell’Accademia di Brera a Milano dove rimane in carica fino al 1980. Disegna scenografie e costumi per il teatro. A lui è dovuto anche un mosaico nella lunetta del duomo medievale di Fondi sua città natale.

Istituisce il Premio Fondi “La Pastora” per la drammaturgia e lo spettacolo. Contemporaneamente recensisce note critiche[6], interviene nel dibattito artistico collaborando con giornali e riviste come “Maestrale”, “Rinascita”, “La Fiera Letteraria”. Dirige il mensile “Figura”[7], tra i suoi saggi teorici sull’arte: La pittura dell’Ottocento italiano (Sciascia, Caltanissetta-Roma 1959), I colori di Roma (Adriatica, Bari 1965), Callimaco, una pittura per l’uomo (Trevi, Roma 1971), e il postumo Come leggere un quadro (Rusconi Immagini, Milano 1985)[7]. Scompare nel 1984 all’età di 69 anni, a seguito di un ictus

Opere

Nei dipinti degli anni trenta Purificato aderì ai modi della Scuola romana, influenzato dalla pittura di Scipione (vd. Autoritratto) e dalla frequentazione di Cagli e Mafai. Segue un periodo in cui le figure, risolte in tonalità terrose e pastello, sono immerse in un’atmosfera atemporale ed arcadica (vd. “Gita in barca”).

Negli anni quaranta e cinquanta l’artista divenne uno dei più acclamati pittori della corrente realista sociale (vd. “I naufraghi”). Risale al 1951 il dipinto “I ragazzi di Tormarancio”, con il quale il pittore vinse il Premio della pace organizzato a Roma, presso la Galleria La Conchiglia, dalle riviste Vie nuove e Rinascita.

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